Continua il mio viaggio accanto a voi e approfitto di queste righe per ringraziarvi dell’affetto che mi avete dimostrato nei club, per il tempo e le attenzioni che mi avete dedicato nell’unità di intenti, senza la quale il cammino è lento e solitario.
Ricordo a me stesso e agli altri che far parte di un’associazione implica un impegno volontariamente assunto. Il nostro servire non può e non deve limitarsi ad una quota versata per portare avanti le diverse attività, ma deve essere sempre più uno stile di vita, un rispetto del codice etico, una partecipazione agli eventi e agli incontri proposti, ogni qual volta ciò sia possibile. Insomma, una disponibilità a condividere le nostre esperienze e competenze con gli altri.
Nel corso degli incontri ho constatato come “we serve” venga declinato in mille modi concreti con azioni di qualità. In pochi casi si avvertono all’interno dei Club, o tra Club vicini, criticità o fragilità. Abbiamo tuttavia, l’energia e la tenacia per volare sempre più in alto nella comprensione e nella condivisione, per superare le difficoltà e migliorare la nostra associazione e la vita del prossimo.
Giovani, donne, nuovi soci devono essere la nostra priorità. Anche per il nuovo anno, il nostro biglietto da visita, per poterli conquistare, devono essere i service di qualità, che abbiano un forte riscontro sul territorio, diano visibilità e abbiano un ritorno in termini di rispetto e considerazione. E’ nostro dovere lasciare ai futuri presidenti e governatori una associazione incisiva e forte, anche numericamente. E non dobbiamo dimenticare il messaggio del presidente internazionale sulla dignità, perché questo termine si lega a valori profondi, quei valori che fanno parte del nostro codice etico.
Ricordiamo le parole di Papa Francesco che scrive “Misericordiae Vultus”. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità”. Le prossime festività ci riconsegneranno emozioni speciali e magici ricordi della nostra infanzia, ma dovranno anche farci riflettere sul contesto che ci circonda, fatto di troppe guerre, di troppa fame e malattie, di troppa miseria che spinge ad esodi epocali. E inoltre disoccupazione e disagio giovanile, alcool e droghe, un’infanzia che, nel momento in cui appare più tutelata, è anche quella più abbandonata e maltrattata.
Ci consola in parte, il “we serve” e l’impegno che mettiamo per migliorare, a livello territoriale e mondiale, la vita quotidiana di tutti.
Con affetto e amicizia, formulo auguri di buone festività per tutti voi, le vostre famiglie, i vostri cari.
Carlo Bianucci