Nella nostra storia le ragioni del nome che abbiamo scelto

Il Lions Club Firenze Brunelleschi nasce su iniziativa di un gruppo di amici già soci Lions. Nel marzo del 2013 vengono gettate le basi di un nuova realtà nello scenario fiorentino, per interpretare alla lettera lo spirito lionistico fondato sul “servire” nel pieno rispetto dell’essere umano, sulla reciproca tolleranza, sulla valorizzazione del libero pensiero e sulla diversità come risorsa.

Il nuovo sodalizio ha potuto contare su solide basi di partenza.

Innanzitutto l’esperienza e l’entusiasmo di un gruppo iniziale di 8 Lions, sperimentato sia nella vita di club che in ambito distrettuale, al quale altri 9 si sono aggiunti in un breve arco di tempo.

Poi la volontà di dare da subito un proficuo contributo alle finalità dell’Associazione manifestata da un secondo gruppo formato da altre 29 persone attivamente impegnate sul territorio.

Infine la grande disponibilità di Marcello Murziani, Governatore del Distretto nell’Annata Lionistica 2012-2013, che ha sponsorizzato di persona il nuovo Club tramite il Gabinetto Distrettuale 108 La Toscana con generosa prontezza. Un avvenimento invero assai raro.

In virtù di queste premesse il Club ha ottenuto l’omologazione da parte della Sede Centrale di Oak Brook in soli cinque giorni dall’invio il 2 maggio 2013, tramite plico cartaceo, della domanda negli Stati Uniti. Il rilascio della Charter è avvenuto il 7 maggio 2013.

Il nostro Club ha voluto individuare lo spirito che lo guida nelle motivazioni che hanno condotto il grande artista fiorentino Filippo Brunelleschi alla realizzazione della Formella predisposta per partecipare al concorso per la Porta Nord del Battistero di Firenze, indetto nel 1401 dall’Arte di Calimala (o dei Mercatanti), che aveva come tema il Sacrificio di Isacco.

Le formelle di quasi tutti i concorrenti sono andate perdute. Al Museo fiorentino del Bargello sono conservate oggi solo quelle di Lorenzo Ghiberti e di Filippo Brunelleschi.

Da un punto di vista artistico la formella del Ghiberti, che fu il vincitore del concorso e l’esecutore delle formelle della Porta del Battistero, risulta ancorata a modelli classicistici e ad una visione irreale dei fatti narrati.

Brunelleschi, al contrario, rappresenta una scena veristica con tutta la tragica intensità del momento. Anche il linguaggio compositivo e stilistico evidenzia un sentire nuovo sul protagonismo dell’uomo e del rapporto con Dio.

Sebbene il concorso non fosse stato vinto dal Brunelleschi, la genialità e la novità del linguaggio che l’artista volle e seppe dare alla formella non rimasero lettera morta nell’arte figurativa del primo Quattrocento. Rappresentarono, anzi, l’avvio alle sperimentazioni del Rinascimento.

La stessa formella, sotto il profilo biografico, segna la fine della carriera del Brunelleschi come orafo e l’inizio del percorso che farà di Ser Filippo l’insigne architetto che tutti conosciamo.

L’opera contiene dunque due messaggi importanti. Il talento rivoluzionario e coraggioso di un giovane fiorentino che, esprimendo un nuovo sentire, conduce l’arte fuori dal Medioevo. Il fatto che un insuccesso può diventare anche strumento di rinascita a conferma che le difficoltà, se ben gestite, possono rigenerare gli uomini e le comunità.

Sono queste le ragioni per le quali abbiamo deciso di assumere il nome di Lions Club Firenze Brunelleschi e per le quali la formella del grande artista è il suo simbolo.

Perché sia sempre presente a tutti i soci di oggi, come ai nuovi che verranno domani, che costruire il futuro significa guardare al passato con serenità e accettare i cambiamenti come opportunità, con la stretta osservanza dei quattro principi caratterizzanti del Club che si identificano perfettamente con quelli del Lionismo:

Tolleranza

                  Rispetto reciproco

                                   Libero pensiero

                                                  Diversità come risorsa