La parola “cambiare” sembra sia diventata la ricetta miracolosa per curare i “mali oscuri” del Lionismo italiano, in persistente stato emorragico per il progressivo abbandono di numerosi soci. Sfogliando mensilmente le pagine di LION è tutto un susseguirsi di bollettini sanitari, con tanto di diagnosi e di terapie le più disparate. Pressocchè tutti sono concordi. Occorre rinnovare contenuti e metodi di azione per arrestare la tendenza centrifuga che in questo ultimo decennio ha registrato un crescente saldo negativo di soci. Il Presidente Internazionale Barry Palmer è in allerta. Nella speranza che la memoria del passato diventi futuro, facciamo il punto della situazione prendendo in prestito l’articolo della rivista LION “Il lionismo italiano allo specchio”. Risponde ad Antonio Laurenzano il Presidente del Consiglio dei Governatori, Enrico Pons (clicca QUI per leggere il testo integrale dell’intervista).

Nell’anno lionistico 2012-2013 oltre 5.200 soci hanno lasciato l’Associazione. Un dato allarmante. Quali le cause di questo abbandono? Dall’inchiesta sul lionismo promossa da LION arriva dai soci una serie di denunce molto dettagliata: ritualità, rapporti interpersonali, protagonismi, incarichi, onorificenze, discontinuità. E’ possibile arginare questa “fuga”? Se si, come?

Può darsi che quelle citate siano le motivazioni principali perché producono rivalità e danneggiano il clima del club che deve mantenersi sereno e piacevole. Se si legge con attenzione il codice dell’etica si trova un messaggio di fondo che esalta la tolleranza e la correttezza. Invece quando si mette in gioco il prestigio personale ed entra la competizione al posto di una sana autorevolezza, il clima si degrada. Poi metterei la scarsa partecipazione alla vita di club e all’esercizio dei service, i quali talvolta sono gestiti in proprio da una sola persona. E il socio normale, magari i nuovi, non sanno che fare. Ma vorrei dire che si stanno realizzando grandi opere di bene, si salvano i bambini dal morbillo, a centinaia al giorno, si assistono gli anziani, si donano cani ai ciechi, si trapiantano le cornee, si sostengono gli studenti e la ricerca, si costruiscono gli ospedali, si interviene nelle calamità naturali. Cerchiamo di individuare i soci annoiati, o stanchi, e diamo loro questo messaggio. A maggior ragione se hanno problemi personali. Questo è compito del presidente del club che deve intervenire prima che il socio vada via, magari senza aver detto niente a nessuno.

Enrico Pons
Presidente del Consiglio dei Governatori
Rivista LION (dicembre 2013)
Intervista raccolta da Antonio Laurenzano