Il Governatore Fiorenzo Smalzi riflette sui Leo Club. I Leo vivono l’ambiente distrettuale allargato come la loro casa, condividendo assai più spesso ed assai meglio le iniziative proposte, sia con interclub sia con attività ancora più ampie. Il pensiero del Governatore integralmente tratto dalla newsletter distrettuale.

Mentre prosegue con toni accesi la discussione sui perché della perdita di soci Lions e su quali possano essere le modalità di intervento necessarie a fermare questa emorragia (clicca QUI), mentre siamo sempre più concentrati a risolvere i nostri problemi, mi pare si stia perdendo di vista una delle nostre risorse principali, che potrebbe addirittura diventare la chiave della soluzione a molti nostri problemi: i Leo Club.

Le tante discussioni su retention ed extension (cui anch’io mi sono spesso reso partecipe) mi sembrano assomigliare ad un gruppo di meccanici attorno ad un’autovettura guasta che non si accende; ciascuno dice la sua su questo e quel pezzo del motore; nessuno pensa – intanto – a mettere il carburante.  Non è detto che la benzina risolva tutti i problemi, che il motore torni a funzionare correttamente, ma sarebbe almeno la prima operazione da fare prima di passare ad esaminare altri aspetti.

I Leo rappresentano il serbatoio non solo di giovani cervelli già formati alla cultura del servire, ma anche di capacità e di modi vivere il servizio spesso assai più moderni ed attuali rispetto a quelli lionistici; attuano sistemi di gestione delle attività con fondi risicatissimi eppure con successi straordinari sia in termini di risultati che di ritorno di immagine.

Devo rilevare, anche, che i ragazzi dei Leo vivono l’ambiente distrettuale allargato come la loro casa, condividendo assai più spesso ed assai meglio le iniziative proposte, sia con interclub sia con attività ancora più ampie.  Il Distretto ed il Multidistretto Leo svolgono effettivamente il ruolo di guida e di rappresentanza in cui tutti i Leo si trovano.

Ultimo, ma non ultimo, i Leo sono abituati a rimboccarsi le maniche per portare a termine i loro progetti, sono sempre pronti a scendere nelle piazze, ad intervenire in favore dei bisognosi, fare services senza denari ma con molta forza di volontà.  Rappresentano molto bene quello che potremmo definire il lionismo prossimo venturo : non quello dell’apparire ma quello del partecipare.

Ebbene, a questo bellissimo quadro d’insieme corrisponde invece una crisi di numeri ancora più profonda di quelli di noi Lions, una difficoltà enorme a reperire soci, ad ampliare i club, molti dei quali galleggiano con un numero di soci al di sotto della sopravvivenza.

In Toscana (ma la situazione degli altri Distretti non è tanto migliore) a fronte di 3.500 soci Lions abbiamo solo 250 soci Leo: meno del 7 %!

Considerato che i soci Lions al di sotto dei 50 anni sono più di 800 e che comunque gli altri soci possono ancora avere figli o nipoti, notiamo che l’impegno alla membership leonistica è già bassissimo.  Siamo tutti coinvolti in un progetto Lions ma non ci crediamo abbastanza per coinvolgere anche i nostri figli, i loro amici o i figli dei nostri figli.

A questo primo problema si aggiunge che anche il rapporto di filiazione lionistica da club Lions a club Leo è talvolta difficoltoso, altrimenti non si potrebbe giustificare l’esistenza di club Leo con 8/9 soci. Se il Lions Club “padre” avesse a cuore le sorti del Leo Club “figlio” vedremmo una ricerca spasmodica di nuovi soci, di attività e di consigli.

Ancora più difficoltosa è la nascita di nuovi club Leo; si tende a considerarla un’impresa impossibile, se non addirittura dannosa per il Lions Club, spesso vittime di preconcetti generazionali che ci chiudono la mente ad un futuro – invece – possibile.

Invece, come ho detto in premessa, siamo troppo occupati per i nostri affari interni lionistici per occuparci de quelli dei nostri figli.  Assai di frequente i Leo sono diventati un fastidio, un’inutile perdita di tempo, una risorsa sprecata.

Anche i Distretti Lions non sono esenti da colpe. Siamo portati a pensare ai Leo solo come una «voce di bilancio», un costo (peraltro basso) fisso annuale che qualche volta vorremmo evitare per concentrarci maggiormente su services adulti, magari proprio del Governatore.  Come se i Leo non fossero un service importante, forse il più importante di tutti: il nostro futuro.

Anche su questo argomento non esiste una soluzione unica ma le soluzioni possibili si possono facilmente indicare.

La prima la indico per me e per i Governatori che mi seguiranno : facciamo partecipare il distretto Leo a tutte le attività del distretto Lions, Gabinetti, convegni, congressi, facciamo vedere a tutti questi nostri ragazzi, facciamoli intervenire, facciamo in modo che i Lions imparino qualcosa da loro. Non parlo di aiuti economici (anche quelli non fanno male) ma di sistema di integrazione; i Leo dovrebbero diventare tutt’uno operativo coi Lions, pur mantenendo ovviamente strutture separate; i Lions devono ricordarsi che i Leo sono sempre presenti in uno scambio di esperienze costruttivo per entrambi.

Per i club, invece, devo fare un applauso per quelli (pochissimi) che hanno costruito, allevato e fatto radicare un Leo Club forte ed operativo, ma non posso esimermi dal tirare le orecchie a quegli altri club che tralasciano il proprio Leo o quelli che non hanno mai nemmeno preso in considerazione l’ipotesi di costituire un Club Leo o di aiutarne uno in difficoltà. Non c’è solo la necessità di figliare, quando le condizioni interne del club lo impediscono, si può benissimo adottare.

Vorrei concludere con un suggerimento anche a tutti i Lions, a prescindere da filiazioni e adozioni, apriamoci ai ragazzi, invitiamoli ai nostri eventi, sentiamo anche il loro punto di vista.

Magari impariamo qualcosa.

Fiorenzo Smalzi
Governatore
Distretto 108 La – Toscana