Al cinema Odeon di Firenze prosegue con grande successo la serie di incontri organizzati dal Governatore Distrettuale Fiorenzo Smalzi nell’ambito di Lions Academy (QUI per il programma completo dell’evento). Riportiamo in proposito una interessante riflessione di Roberta Capanni,  Direttore Responsabile di Etruria Lions.

Lions Academy. Ne abbiamo parlato tanto ma tanto è il successo che continueremo a parlarne ancora. Gli eventi di questa annata sono stati molteplici e alcuni, come il concerto del 7 febbraio scorso al Verdi di Firenze che ha raccolto 1200 persone in un teatro,  son riusciti a dare una carica di energia incredibile. Perché i Lions sono questo: energia, voglia di fare, di stare insieme, di visione positiva.

Ma potremmo dire che con la musica è più facile produrre “energia” mentre è più difficile dare “la carica” affrontando argomenti culturali. Bene, i Lions Toscani sono riusciti anche in questo. Non è un caso se oltre 500 persone hanno sacrificato il riposo domenicale per ritrovarsi seduti davanti ad un altro palcoscenico, quello del cinema teatro Odeon a Firenze, non è un caso se hanno goduto degli argomenti che esponenti del mondo della Cultura, quella con la C maiuscola, hanno portato a Firenze.

E se, alla fine di due ore  passate a parlare del “Futurismo incendiario a Firenze” argomento trattato dall’insuperabile Philippe Daverio (QUI per i particolari) o de “ I due Principi del Machiavelli”  con il filosofo Massimo Cacciari,  il pubblico, nonostante che l’ora di pranzo sia scoccata da un pezzo, trova ancora la voglia di fare domande su domande e di mettersi in fila per farsi una foto o solo stringere la mano a chi si occupa di cultura, vuol dire che gli eventi Lions sanno trasmettere energia.

Per concludere voglio fare un breve resoconto per coloro che non hanno potuto assistere all’ultimo incontro, quello con Massimo Cacciari.

Parlare del Principe di Machiavelli non poteva che essere un argomento di grande interesse perché la nostra situazione di precarietà politica ci porta a guardare meglio tra le pieghe di un passato dove possono affondare le radici dell’oggi.

“Il popolo non muta – dice Cacciari  mettendo in evidenza la potenza eretica di questo pensiero –  e in situazioni analoghe tende a comportarsi sempre nello stesso modo. Quindi studiando il passato si può comprendere ciò che probabilmente avverrà nel futuro. E anche se la politica non è una scienza – cita Aristotele – si può comunque prevedere come si muoverà.”

Dal mio punto di vista un argomento interessante da affrontare a questo proposito, è quello Risorgimentale, il periodo a noi più vicino che ha dato la struttura odierna al nostro Stato e che comunque si può ritrovare nelle parole che Massimo Cacciari ha usato per spiegare il rapporto tra il “Principe” e il popolo.

Il popolo va in cerca di sicurezza, quella sicurezza che si aspetta dal Principe/Stato ma il popolo è composto di uomini, che per la loro condizione “umana” sono  prigionieri delle proprie pulsioni, pulsioni che li spingono a far male a sé stessi.  L’uomo, dice anche Dante nel De Vulgari Eloquentia, è curioso e mai contento, tuttavia cerca la sicurezza, la stabilità. E qui sta l’instabilità della politica. In questo rapporto tra  l’uomo (il popolo) e chi lo dirige. Perciò è necessario che una mano “forte” diriga queste pulsioni, le contenga.

In questo contesto è chiaro come  il populismo non vada bene perché, se il rappresentante è uguale al rappresentato, cede la base di ogni possibile democrazia. Ne consegue che il populista non è democratico per eccellenza. Un’affermazione forte e molto interessante.

Chi decide di fare politica deve essere votato al sacrificio, deve possedere passione e preparazione adeguate,  ricorda Cacciari  nascosto dietro il pensiero di Machiavelli e senza mai alludere a ciò che avviene oggi ma che ognuno di noi può leggere tra le righe.

Machiavelli si domandava con insistenza come far durare lo Stato, quello Stato  reso instabile dalla naturale instabilità dell’uomo. Era consapevole che “non c’è sicurezza per nessuno se lo Stato è inesistente e/o corrotto e inetto.” E uno stato corrotto, è inetto a dare sicurezza. Quindi  il cattivo cittadino farà danno solo se opera in uno Stato corrotto. Da ciò è evidente che  per dare sicurezza al popolo, il politico che ha la vocazione del politico, userà qualsiasi mezzo per far durare lo Stato e quindi la sicurezza.

Uno Stato, inoltre, deve essere innovato continuamente per durare, l’innovatore deve scommettere sulla continuità. E questa è un’equazione difficilissima. Il “Principe” deve saper decidere ma la decisione che prenderà deve essere in funzione della durata.

Si apre poi anche l’aspetto politico e religioso,  argomento che Cacciari ha affrontato con Machiavelli e che richiederebbe una discussione ancora più approfondita: la forza di persuasione che il Principe deve avere gli viene anche dalla fede ma, sempre secondo il segretario fiorentino, il cristianesimo non è una religione adatta…

Il dibattito potrebbe prendere, interessantissime, strade inaspettate… 

Roberta Capanni
Direttore Responsabile di Etruria Lions
Periodico del Distretto 108 La – Toscana